Il riscaldamento a pavimento è un sistema di riscaldamento degli ambienti interni che riscalda, per irraggiamento, mediante sistemi radianti posti sotto al pavimento.
Secondo alcuni studi medici, il nostro organismo preferisce riscaldarsi per irraggiamento, ovvero lo scambio di energia, sotto forma di energia termica, tra un corpo a temperatura maggiore verso un corpo a temperatura minore.
Questo sistema viene utilizzato già da parecchi anni, sin dagli anni 60' si è installato in Italia, creando però una molteplice serie di problematiche in quanto non venivano prese semplici precauzioni.
Il corpo umano raggiunge il benessere quando ha i piedi caldi e la testa fredda; in passato gli impianti a pavimento vedevano circolare al loro interno acqua ad una temperatura molto alta, che provocava problemi di circolazione, rigonfiamento degli arti inferiori, malessere generalizzato.
Un impianto a pavimento, per legge, deve invece avere temperature di circolazione dell'acqua al proprio interno pari a circa 27° - 28° C, e rispettare una serie di altre prescrizioni.
L'utilizzo di temperature molto basse garantisce un importante risparmio energetico rispetto al classico sistema a radiatori ad alta temperatura (è possibile sfruttare i radiatori anche a bassa temperatura con buoni risultati), pari a circa il 30 - 35 %.
L'impianto a pavimento garantisce un risparmio in quanto la temperatura dell'aria non stratifica nell'ambiente, ovvero non si creano strati di aria più calda in alto e più fredda in basso, ma viceversa la temperatura diminuisce al crescere dell'altezza dal suolo.
Lavorando per irraggiamento, inoltre, evita il maggiore movimento della polvere generato invece dai moti convettivi creati dai termosifoni.
Tutti gli impianti a pavimento devono rispettare la Norma UNI EN 1264, che prescrive quanto segue:
- la resa massima dell'impianto deve essere non superiore a 100 w/mq;
- il massetto sopra l'impianto deve avere uno spessore minimo pari ad almeno 3 cm, per garantire idonea tenuta meccanica ed una distribuzione uniforme della temperatura;
- spessori minimi di isolanti sotto l'impianto a pavimento a seconda del tipo di locale posto sotto al pavimento, per veicolare il calore verso l'ambiente da riscaldare e non verso un eventuale ambiente più freddo posto sotto al locale.
Un grosso difetto del sistema a pavimento è l'inerzia termica, che lo porta ad adattarsi con difficoltà alle stagioni intermedie, ed inoltre può portare l'impianto a consumare più energia del necessario lavorando in sovratemperatura, ovvero fornendo la temperatura richiesta quando non più necessaria.
L'impianto a pavimento può essere collegato ad una qualsiasi caldaia, meglio però se a condensazione oppure può benissimo essere collegato ad una pompa di calore per produrre anche raffrescamento (in questo caso è importante precedere un impianto di deumidificazione dell'aria).