lunedì 20 febbraio 2017

Pergolato, gazebo, veranda e pergotenda: edilizia libera o permesso di costruire?

Tratto dal sito www.biblus.acca.it


Pergolato, gazebo, veranda e pergotenda: il Consiglio di Stato chiarisce definitivamente le regole per definire correttamente il regime da applicare (edilizia libera, comunicazione, permesso)

Per la realizzazione di opere quali pergolati, gazebo, tettoie, pensiline e pergotende, generalmente di modesta consistenza e di limitato impatto sul territorio, non è sempre facile individuare il corretto regime edilizio.
Sono opere spesso al limite tra l’attività di edilizia libera e la necessità di richiedere un titolo edilizio.
In generale sono i regolamenti edilizi comunali che dettano le regole, anche sulle dimensioni, per stabilire in quale regime rientrano:
  • edilizia libera
  • comunicazione all’amministrazione
  • permesso di costruire
Alle disposizioni comunali si aggiungono poi, per le aree sottoposte a vincolo paesaggistico o ad altri vincoli, le limitazioni imposte dai diversi strumenti di tutela.
Il Consiglio di Stato, con la recente sentenza 306/2017, ha fatto chiarezza fornendo una sorta di vademecum per orientarsi sul corretto regime edilizio in cui rientrano tali opere.

La sentenza del Consiglio di Stato

Il caso in esame riguarda la realizzazione di un pergolato con teli plastificati ed il conseguente ordine, da parte del Comune, di demolizione delle opere edilizie abusive e il ripristino dello stato dei luoghi.
In particolare si tratta, in pratica, della copertura e chiusura perimetrale di un pergolato con teli plastificati, fissati alla struttura con il sistema degli occhielli e chiavetta, con un riquadro di materiale plastico come finestra nella parte centrale.
Nel sostenere inamovibilità della tenda plastificata e quindi l’illegittimità dell’ordinanza demolitoria, la proprietaria impugna l’ordinanza di demolizione dinanzi al Tar Campania.
I giudici di primo grado respingono il ricorso, in quanto l’opera realizzata, sebbene con materiale plastico agevolmente amovibile, riflette esigenze di carattere non meramente temporaneo, con la conseguente trasformazione urbanistico-edilizia del territorio.
La ricorrente propone ricorso in appello.
Il Consiglio di Stato, sentenza 306/2017, è chiamato quindi ad esprimersi sul ricorso contro il Comune per la riforma della sentenza del TAR.
Per valutare la legittimità del provvedimento di demolizione delle opere abusive, i giudici di Palazzo Spada forniscono alcune definizioni edilizie. Tali definizioni sono necessarie per individuare se il pergolato, il gazebo, la veranda o la pergotenda rientrano nel regime di edilizia libera o nei casi di edilizia non libera per i quali è richiesta una comunicazione all’amministrazione o sono sottoposti al rilascio del permesso di costruire.

Le definizioni edilizie secondo il Consiglio di Stato

Il pergolato
Il pergolato essendo una struttura aperta su almeno 3 lati e nella parte superiore non necessita di titoli abilitativi edilizi. 
Qualora venga ricoperto nella parte superiore con una struttura non facilmente amovibile è assoggettata alle regole per la realizzazione di tettoie.
Il gazebo
Il gazebo è una struttura leggera, non aderente ad altro immobile, coperta nella parte superiore ed aperta ai lati, realizzata con una struttura portante in ferro battuto, in alluminio o in legno strutturale, talvolta chiuso ai lati da tende facilmente removibili.
Se utilizzato come struttura temporanea non necessita di titoli abilitativi edilizi; nel caso sia affisso al suolo è necessario il permesso di costruire.
La veranda
La veranda è un locale o spazio coperto avente le caratteristiche di loggiato, balcone, terrazza o portico, chiuso sui lati da superfici vetrate o con elementi trasparenti e impermeabili, parzialmente o totalmente apribili.
La veranda necessita del permesso di costruire, in quanto determina un aumento della volumetria dell’edificio e una modifica della sua sagoma.
La pergotenda
Le pergotende sono strutture leggere destinate a rendere meglio vivibili gli spazi esterni delle unità abitative (terrazzi o giardini) e sono installate per soddisfare quindi esigenze non precarie.
La pergotenda di modeste dimensioni, che non modifica la destinazione d’uso degli spazi esterni ed è facilmente ed immediatamente rimovibile, non necessita di alcun permesso di costruire, ma rientra tra le attività di edilizia libera.

La decisione finale del Consiglio di Stato

Sulla base di tali definizioni, i giudici di Palazzo Spada affermano che le opere sanzionate rientrano nella categoria della pergotenda realizzata con teli amovibili, appoggiati sul preesistente pergolato.
Le opere realizzate, peraltro in un’area che non è sottoposta a vincolo paesaggistico, sono prive delle caratteristiche di consistenza e di rilevanza che possano farle connotare come componenti edilizie di copertura o di tamponatura di una costruzione.
In particolare, la struttura portante è destinata unicamente al sostegno di un elemento di arredo temporaneo consistente in una tenda retrattile. Rientra, quindi, nella categoria dei pergolati e pertanto non necessita del permesso di costruire.
Pertanto, in riforma della precedente sentenza del Tar Campania, il Consiglio di Stato dispone l’annullamento dell’ordinanza di demolizione del Comune.

Classe di resistenza calcestruzzo secondo Eurocodice, NTC 2008 e NTC 2017

Tratto dal sito www.biblus.acca.it

Classe di resistenza calcestruzzo: come vengono definite e come si ottengono le varie classi secondo l’Eurocodice e le norme tecniche per le costruzioni

La classe di resistenza rappresenta la capacità del calcestruzzo di assorbire gli sforzi di compressione.
La resistenza a compressione viene misurata su appositi provini dopo 28 giorni dal prelievo ed è definita come il rapporto fra il carico applicato e l’area della sezione resistente del provini.
La norma EN 206-1 prevede al punto 4.3.1 che il calcestruzzo può essere classificato in funzione alla sua resistenza a compressione.
Per la classificazione possono essere utilizzate le seguenti resistenze caratteristiche:
  • resistenza caratteristica cubica fck,cube  : resistenza caratteristica a compressione a 28 giorni di cubi di 150 mm di lato
  • resistenza caratteristica cilindrica fck,cyl : resistenza caratteristica a compressione a 28 giorni di cilindri di altezza 300 mm e diametro 150 mm

Provini calcestruzzo
Provini calcestruzzo (cubici e cilindrici)

La EN 206 prevede una doppia classificazione della resistenza a compressione, una per calcestruzzi normali e pesanti e l’altra per calcestruzzi leggeri.

Classi di resistenza a compressione per calcestruzzo normale e pesante

Classe di resistenza a compressioneResistenza caratteristica cilindrica minima
fck,cyl  [N/mm2]
Resistenza caratteristica cubica minima
fck,cube  [N/mm2]
C8/10810
C12/151215
C16/201620
C20/252025
C25/302530
C30/373037
C35/453545
C40/504050
C45/554555
C50/605060
C55/675567
C60/756075
C70/857085
C80/958095
C90/10590105
C100/115100115
















Classi di resistenza a compressione per calcestruzzo leggero

Classe di resistenza a compressioneResistenza caratteristica cilindrica minima
fck,cyl  [N/mm2]
Resistenza caratteristica cubica minima
fck,cube  [N/mm2]
LC8/989
LC12/131213
LC16/181618
LC20/222022
LC25/282528
LC30/333033
LC35/383538
LC40/444044
LC45/504550
LC50/555055
LC55/605560
LC60/666066
LC70/777077
LC80/888088














Resistenza caratteristica

La resistenza caratteristica fck rappresenta il frattile del 5%, ossia il valore al di sotto del quale ci si attende che cada solamente il 5% di tutti i provini che potrebbero essere controllati per quel calcestruzzo. In pratica il provino ha il 95% di probabilità di essere maggiorato in termini di resistenza.
La resistenza caratteristica viene ricavata statisticamente dai valori di rottura dei singoli provini.
In certe situazioni (per esempio precompressione) può essere appropriato determinare la resistenza a compressione del calcestruzzo prima o dopo i 28 giorni, sulla base di provini conservati in condizioni diverse da quelle prescritte nella EN 12390. In tal caso:
fck(t) = fcm(t) – 8 (MPa) per 3 < t < 28 d
fck(t) = fck per t ≥ 28 d

Resistenza media a compressione del calcestruzzo

La resistenza media a compressione del calcestruzzo fcm(t) è funzione dell’età (t) e dipende dai seguenti fattori:
  • tipo di cemento
  • temperatura
  • condizioni di stagionatura
Si può stimare con le espressioni:
fcm(t) = βcc(t) fcm
βcc(t) = exp {s[1-(28/t) (1/2)]}
dove:
  • fcm(t) è la resistenza media a compressione del calcestruzzo all’età di t giorni
  • fcm è la resistenza media a compressione a 28 d
  • βcc(t) è un coefficiente che dipende dall’età t del calcestruzzo
  • t è l’età del calcestruzzo in giorni
  • s è un coefficiente che dipende dal tipo di cemento:
    • 0,20 per cementi di classi di resistenza CEM 42,5 R, CEM 52,5 N e CEM 52,5 R (Classe R)
    • 0,25 per cementi di classi di resistenza CEM 32,5 R, CEM 42,5 N (Classe N)
    • 0,38 per cementi di classe di resistenza CEM 32,5 N (Classe S)

Resistenza a trazione del calcestruzzo

La resistenza a trazione del calcestruzzo è riferita alla più alta tensione raggiunta in condizioni di trazione assiale.
Se la resistenza a trazione è determinata come resistenza a trazione per spacco, fct,sp, si può ottenere un valore approssimato della resistenza a trazione assiale, fct, mediante la seguente formula:
fct = 0,9 fct,sp 
Lo sviluppo della resistenza a trazione nel tempo è fortemente influenzato dai seguenti fattori:
  • maturazione
  • essiccamento
  • dimensioni degli elementi strutturali
La resistenza a trazione fctm(t) si ottiene dalla seguente espressione:
fctm(t) = [βcc(t)]α · fctm
dove:
  • α = 1 per t < 28
  • α = ²⁄₃ per t ≥ 28

Deformazione elastica

Le deformazioni elastiche del calcestruzzo dipendono in larga parte dalla sua composizione (in particolar modo dagli aggregati).
Il modulo di elasticità di un calcestruzzo è funzione dei moduli di elasticità dei suoi componenti.
La variazione del modulo di elasticità nel tempo si può stimare con la seguente espressione:
Ecm(t) = [fcm(t) / fcm0,3 Ecm
dove:
  • Ecm (t) e fcm (t) sono i valori all’età di t giorni
  • Ecm e fcm sono i valori determinati all’’età di 28 giorni

Classe di resistenza calcestruzzo: la tabella

Di seguito proponiamo una tabella riassuntiva con le varie classi di resistenza calcestruzzo e la relazione per ottenerle in maniera analitica.

Classi di resistenza dei calcestruzzi

Relazione analitica/Spiegazione

fck,cyl (MPa)1216202530354045505560708090
fck,cube(MPa)15202530374550556067758595105
fcm (MPa)2024283338434853586368788898fcm = fck + 8 (MPa)
fctm (MPa)1,61,92,22,62,93,23,53,84,14,24,44,64,85,0fctm = 0,30 · fck(²⁄₃) ≤ C50/60
fctm = 2,12 · ln [1 + (fcm/10)] > C50/60
fctk,0,05(MPa)1,11,31,51,82,02,22,52,72,93,03,13,23,43,5fctk;0,05 = 0,7 · fctm
frattile 5%
fctk,0,95(MPa)2,02,52,93,33,84,24,64,95,35,55,76,06,36,6fctk;0,95 = 1,3 · fctm
frattile 95%
Ecm (GPa)2729303133343536373839414244Ecm = 22 · [(fcm)/10]0,3
(fcm in MPa)

Classe di resistenza del calcestruzzo secondo le NTC 2008

Le nuove norme tecniche classificano il calcestruzzo con un doppio parametro, che indica sia la resistenza caratteristica cilindrica, sia la resistenza caratteristica cubica.
La resistenza cilindrica fck viene determinata utilizzando provini cilindrici di 150 mm di diametro e 300 mm di altezza (H/D = 2).
Tra i due valori esiste la seguente relazione:
fck = 0,83 Rck (per H/D≥2)
La differenza tra questi due valori dipende fondamentalmente dal diverso stato tensionale che si genera nel provino a seguito delle prove di compressione, che dipende dal fatto che i provini cubici sono tozzi mentre quelli cilindrici sono snelli.
La differenza tra i valori della resistenza caratteristica cilindrica definita dall’EC2 e quella definita dalle NTC 2008 è minima.
Nella seguente tabella riportiamo il confronto per i tipi di calcestruzzo più usati:

Classe

Rck

fck

0,83 Rck

Diff %

C8/101088,303,75%
C12/15151212,453,75%
C16/20201616,603,75
C20/25252020,753,75%
C25/30302524,90-0,40%
C28/35352829,053,75%
C32/40324033,203,75%
C35/45453537,356,71%
C40/50504041,503,75%
C45/55554545,651,44%
C50/60605049,80-0,40%

Classe di resistenza del calcestruzzo secondo le NTC 2017

Le Nuove norme tecniche richiamano in pieno le NTC 2008.
Sulla base della denominazione normalizzata vengono definite le seguenti classi di resistenza:

Classe

C8/10
C12/15
C16/20
C20/25
C25/30
C30/37
C35/45
C40/50
C45/55
C50/60
C55/67
C60/75
C70/85
C80/95
C90/105





Oltre alle classi di resistenza riportate in tabella si possono prendere in considerazione le classi di resistenza già in uso C28/35 e C32/40.
Per le classi di resistenza superiori a C45/55, la resistenza caratteristica e tutte le grandezze meccaniche e fisiche che hanno influenza sulla resistenza e durabilità del conglomerato devono essere accertate prima dell’inizio dei lavori tramite un’apposita sperimentazione preventiva e la produzione deve seguire specifiche procedure per il controllo di qualità.

Classe di resistenza calcestruzzo: calcolo delle resistenza secondo la normativa italiana e l’EC2

Di seguito si riporta una tabella con tutte le espressioni e le formule da utilizzare per il calcolo delle resistenze caratteristiche secondo:
  • Dm 9 gennaio 1996
  • NTC 2008
  • NTC 2017
  • EC2 (EN)
  • EC2 (appendice nazionale)

Classe di resistenza

Normativa

Relazione analitica

Resistenza caratteristicaDm 9 gennaio 1996fck = 0,83 · Rck
NTC 2008fck = 0,83 · Rck
NTC 2017fck = 0,83 · Rck
EC2 (EN)fck = (0,80 ÷ 0,83) · Rck
EC2 (appendici nazionali)fck = (0,80 ÷ 0,83) · Rck

Classe di resistenza

Normativa

Relazione analitica

Resistenza di calcolo SLU a compressioneDm 9 gennaio 1996ffcd = α ·  (fck /γc) = 0,85 ·  (fck /1,6) ≅ 0,44 · Rck
NTC 2008fcd = αcc ·  (fck /γc) = 0,85 ·  (fck /1,5) ≅ 0,47 · Rck
NTC 2017fcd = αcc ·  (fck /γc) = 0,85 ·  (fck /1,5) ≅ 0,47 · Rck
EC2 (EN)fcd = α ·  (fck /γc) = 0,85 ·  (fck /1,5) ≅ 0,45 · Rck
EC2 (appendici nazionali)fcd = α ·  (fck /γc) = 0,85 ·  (fck /1,6) ≅ 0,43 · Rck

Classe di resistenza

Normativa

Relazione analitica

Resistenza media a trazione semplice (monoassiale) Dm 9 gennaio 1996  fctm [N/mm2] = 0,27 · ( fck[N/mm2])2/ 3 
 NTC 2008fctm [N/mm2] = 0,30 · ( fck[N/mm2])2/ 3 ; fino a C50/60
fctm [N/mm2] = 2,12 · ln[( fck[N/mm2] + 8) /10] ; oltre i C50/60
NTC 2017fctm [N/mm2] = 0,30 · ( fck[N/mm2])2/ 3 ; fino a C50/60
fctm [N/mm2] = 2,12 · ln[( fck[N/mm2] + 8) /10] ; oltre i C50/60
EC2 (EN) fctm [N/mm2] = 0,30 · ( fck[N/mm2])2/ 3 ; fino a C50/60
fctm [N/mm2] = 2,12 · ln[( fck[N/mm2] + 8) /10] ; oltre i C50/60
EC2 (appendici nazionali)fctm [N/mm2] = 0,30 · ( fck[N/mm2])2/ 3