Le lunghe giornate chiusi in casa
degli ultimi periodi ci hanno probabilmente stravolto la prospettiva con cui
vedevamo fino ad ora la nostra abitazione, un ambiente che, a volte, era visto
come un semplice luogo di sosta tra una giornata di lavoro e l’altra, e magari,
tra le nostre priorità, non c’era la ricerca di un maggiore comfort dal punto
di vista funzionale ed energetico.
Anni fa, ad un corso di
formazione un relatore fece un’affermazione che mi colpì molto: siamo abituati
ad acquistare automobili che permettono di differenziare la temperatura
dell’abitacolo tra guidatore e passeggero, mentre non prestiamo la stessa
attenzione e cura alle temperature di comfort delle varie zone della nostra
abitazione, dove magari potremmo aver bisogno di una temperatura superiore in
bagno ed inferiore nelle camere da letto.
Fino al secondo dopoguerra le
esigenze di comfort abitativo erano ridotte; poi, con l’aumentare del
benessere, è aumentata la ricerca di comfort termico invernale e poi estivo,
che in passato, quando il costo dell’energia era basso, non incideva troppo sul
bilancio familiare.
Con le crisi petrolifere degli
anni 70’ questo fattore è diventato una problematica, abbiamo iniziato a fare i
conti con il costo dei combustibili e con la limitatezza della loro
disponibilità, il che ha portato ad un lungo periodo di produzione legislativa
e di sensibilizzazione, aumentato nel nuovo millennio per permettere ai paesi
UE di raggiungere gli obiettivi di risparmio energetico stabiliti a livello
comunitario.
Per questo, e per favorire un
settore produttivo come quello edilizio soggetto a periodi di stallo, sin dal
1996 sono stati introdotti incentivi per lavori di ristrutturazione e poi di
risparmio energetico, con lo strumento della detrazione fiscale.
Siamo così arrivati ai nostri
giorni dove, per combinare il duplice obiettivo di realizzare un forte
risparmio energetico per il settore immobiliare e favorire una ripresa del
Paese dopo due mesi di blocco completo, sono state introdotte nuove novità in
materia di detrazione fiscale.
Ad oggi, gli incentivi previsti
per interventi edilizi sono:
INCENTIVO
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ALIQUOTA
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NOTE
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Ristrutturazione edilizia
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50 %
|
Destinata solo ad immobili residenziali e per
soggetti irpef
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Bonus verde
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36 %
|
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Bonus mobili
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50 %
|
Solo se abbinato ad interventi di
ristrutturazione
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Ecobonus
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50 – 75 %
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Anche su
immobili non abitativi con possibilità di cessione del credito – elevabile al
110% se combinato con nuovo incentivo
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Sismabonus
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50 – 85 %
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Anche su
immobili non abitativi con possibilità di cessione del credito - elevabile al
110%
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Bonus facciate
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90 %
|
Anche su
immobili non abitativi con possibilità di cessione del credito
|
Il nuovo incentivo
Il nuovo bonus edilizio si basa
sostanzialmente sulla individuazione di interventi “trainanti”, ovvero
tipologie di opere che possono usufruire del maxi-sconto, a cui possono essere
abbinate altre tipologie di intervento già agevolate con una aliquota minore le
quali, per effetto dell’abbinamento, possono elevare la loro aliquota al
livello delle opere trainanti.
Gli interventi che verranno
ricompresi nel bonus sono quelli realizzati tra il 01/07/2020 ed il 31/12/2021.
La quota massima agevolabile è
individuata dal limite massimo di spesa ammesso all’incentivo, che è pari ad €
60.000,00 per l’intervento di coibentazione ed € 30.000,00 per la sostituzione
delle caldaie.
Da notare che le quote sono
riferite ad una unica unità immobiliare, mentre in un condominio la quota
massima individuale è moltiplicata per il numero di unità immobiliari
costituenti il condominio stesso.
La grossa convenienza di questa
agevolazione consiste nel poter realizzare i lavori ed usufruire della cessione
del credito o dello sconto in fattura; a grandi linee, queste due opzioni
possono essere spiegate come segue:
- Cessione del credito alla banca: si chiede un prestito in banca per pagare i lavori e lo si ripaga cedendo il credito con il fisco alla stessa, con il 10 % extra che dovrebbe consentire di coprire la quota di interesse del prestito;
- Sconto in fattura: l’impresa, a cui verrà ceduto il credito, andrà a scontare dalla fattura l’importo agevolabile che la stessa impresa utilizzerà come credito d’imposta.
Il fondamento per poter accedere
all’incentivo è quello di realizzare uno degli interventi trainanti, che sono:
- Coibentazione delle superfici opache (va chiarito se rientra anche la coibentazione della copertura);
- Sostituzione della caldaia tradizionale con una caldaia a condensazione o a pompe di calore;
Questi due interventi hanno
accesso al superbonus e permettono l’abbinamento, e l’aumento quindi del bonus,
anche dei seguenti interventi collegabili:
- l’istallazione di pannelli solari;
- gli impianti di accumulo di energia relativi agli stessi pannelli solari;
- il rifacimento delle facciate;
- l’installazione di colonnine per la ricarica delle batterie delle auto elettriche;
- tutti gli interventi già ricompresi nel vecchio bonus.
I requisiti fondamentali degli interventi sono
sostanzialmente due:
- Uso di materiali che rispettino i requisiti minimi ambientali;
- Ottenimento di un miglioramento di due classi energetiche (una sola classe solo nei casi in cui sia impossibile progredire di due).
Infine, il conseguimento dei risultati va asseverato da un
tecnico abilitato, ed in caso di cessione del credito occorre acquisire un
visto di conformità fiscale da un CAF.
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