Non è un evento raro parlare con persone che lamentano infiltrazioni di acqua dalla copertura, che spesso si evidenzia sotto forma di chiazze che, se si presentano con regolarità in occasione delle precipitazioni atmosferiche, possono generare muffe che non sono certo la miglior cosa da avere in casa propria.
Ogni tetto è soggetto a degrado, come è naturale per qualsiasi manufatto edilizio, accentuato maggiormente dalla sua maggiore esposizione agli eventi atmosferici, che rendono necessario la realizzazione di interventi di manutenzione con una periodicità che varia in base alle condizioni climatiche medie del luogo ed alla qualità e bontà realizzativa dell’intervento.
Un buon tetto, se ben realizzato, non permette all’acqua di penetrare all’interno, ed avrà una durata di diverse decine di anni prima di richiedere interventi di riparazione.
Sostanzialmente, nel territorio italiano, le tipologie di copertura più diffuse sono le seguenti:
• Coperture in legno;
• Coperture in laterocemento, piane ed inclinate;
• Coperture metalliche
All’interno di queste categorie, le varianti sono molteplici e differiscono anche a seconda dei luoghi in virtù delle notevoli differenze climatiche tra nord e sud; vedremo pertanto tetti in legno con inclinazioni molto accentuate nelle aree alpine, e città che presentano esclusivamente coperture piane in Salento.
Voglio affrontare ora solamente le prime due casistiche, che ritroviamo nella quasi totalità degli immobili residenziali, mentre le coperture metalliche sono utilizzate solitamente nei fabbricati industriali, artigianali o agricoli.
Coperture in legno
Le coperture in legno rappresentano la tipologia più classica di copertura, in quanto sin dall’antichità questo materiale era molto utilizzato in edilizia.
I solai in legno di copertura prevedono delle travi nella parte più bassa che costituiscono l’orditura principale, dei morali che formano l’orditura secondaria e all’estradosso possiamo avere delle pianelle in cotto oppure direttamente il tavolato (spesso il tavolato può anche essere fissato direttamente alle travi).
In passato le coperture prevedevano sempre l’utilizzo delle pianelle, sopra le quali venivano posati, direttamente a secco, i coppi, senza alcuno strato impermeabilizzante sotto.
Un manto di copertura in coppi, se ben realizzato, non permetterà all’acqua di penetrare; il grosso problema è che, a causa delle variazioni atmosferiche e della gravità, i coppi tendono a spostarsi dando luogo a problemi di infiltrazioni.
Coperture in laterocemento
Questa tipologia di solai di copertura prevede la presenza di travetti in calcestruzzo, sui quali poggiano le pignatte, elementi in laterizio forati che hanno funzione di riempimento dei vuoti ed alleggerimento delle strutture.
Il tutto viene completato da un getto di calcestruzzo che riempie i vuoti e forma uno strato sopra le pignatte di 4 – 5 cm denominato caldana.
Anche in questo caso in passato i coppi o le tegole venivano posati direttamente sulla caldana a secco, generando gli stessi problemi già illustrati per le coperture in legno.
Come intervenire per impermeabilizzare
Quando si decide di intervenire su di un solaio di copertura in buono stato di conservazione, le strade sono fondamentalmente due:
• Impermeabilizzare e rifare il manto di copertura;
• Coibentare ed impermeabilizzare.
Se si sceglie di effettuare la sola impermeabilizzazione, questa può essere eseguita mediante la posa a fiamma di una guaina catramata, che è un ottimo impermeabilizzante ma non permette al solaio di traspirare.
In alternativa molte case produttrici di materiali per l’edilizia hanno iniziato a realizzare membrane impermeabilizzanti che permettono al vapore acqueo di poter uscire all’esterno, e vengono posate a secco.
Sopra la membrana viene poi posato il manto di copertura che può essere con coppi o tegole, che devono essere murati per evitarne lo spostamento.
Se si sceglie anche di coibentare, in questo caso abbiamo molteplici soluzioni, in quanto in questo settore la tecnologia ha avuto un importante sviluppo negli ultimi anni.
Ecco quindi che verranno posati importanti spessori di materiale isolante, per poter rispettare i limiti di trasmittanza previsti dalla legge per questa tipologia di intervento, e successivamente può anche essere realizzata una camera di ventilazione.
È importante ricordare in questi casi che occorre adeguare i cordoli perimetrali ai nuovi spessori che verranno creati.
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