lunedì 31 agosto 2015

Articolo tratto dal sito www.preventivi.it

I sistemi di accumulo aumentano la convenienza del fotovoltaico

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Il Conto energia sta diventando un ricordo lontano. La fine del meccanismo di incentivazione ha determinato in questi due anni un calo delle installazioni digrandi impianti fotovoltaici che sono diventati economicamente meno convenienti. Il rischio di una battuta d’arresto del solare però non è mai diventato realtà. Sono soltanto cambiate le logiche di investimento e continuano ad aumentare le installazioni di piccoli impianti fotovoltaici domestici, tra i 3 e i 20 kW di potenza. Il fotovoltaico residenziale ha come obiettivo principale l’autoconsumo e non più la vendita di energia elettrica.  
I microimpianti fotovoltaici oggi sono determinanti per lo sviluppo del settore. Della mappatura delle installazioni del 2014 si è occupata Anie Rinnovabili, l’associazione che all'interno di ANIE (Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche) riunisce le imprese costruttrici di componenti e impianti chiavi in mano per la produzione di energia da fotovoltaico, eolico, biomasse e geotermia, idroelettrico. Secondo Anie Rinnovabili nel 2014 circa il 60% della potenza installata è arrivata da impianti fotovoltaici fino a 20 kW. Nel 2013 la potenza installata dei piccoli impianti era stata del 41%. Attualmente sono soprattutto i privati a credere nelle potenzialità dell’energia solare e trainare il fotovoltaico italiano, grazie anche ad agevolazioni fiscali come la detrazione Irpef del 50% per gli interventi di ristrutturazione edilizia, che comprendono l’acquisto e l’installazione di impianti fotovoltaici domestici. Spesso chi usufruisce del bonus fiscale del 50% per il fotovoltaico utilizza anche il meccanismo dello scambio sul posto: si tratta di una modalità di autoconsumo dell’energia prodotta dall'impianto fotovoltaico che è differita nel tempo; non è necessaria la contemporaneità tra la produzione e l’utilizzo dell’energia, visto che la rete elettrica diventa il serbatoio in cui si vanno a depositare le eccedenze di energia prodotta; sarà possibile prelevare quell'energia in un secondo momento a condizioni economiche vantaggiose.
Stanno però cominciando a diffondersi in Italia i sistemi di accumulo, considerati la nuova frontiera del fotovoltaico domestico.

Scopriamo di più sui sistemi di accumulo

A differenza dello scambio sul posto, nei sistemi dotati di accumulo l’energia prodotta dall'impianto fotovoltaico non viene ceduta alla rete elettrica ma viene immagazzinata nelle batterie di accumulo. In questo modo l’impianto si autoalimenta, i prelievi dalla rete si riducono al minimo fino ad arrivare all'autoconsumo senza alcun ricorso a prelievi esterni. Se l’impianto fotovoltaico si dimensiona in base ai consumi reali dell’abitazione si otterrà dai sistemi di accumulo la massima efficienza. Ancor di più se all'impianto si collega un sistema di monitoraggio in grado di registrare produzione e consumo.
Se all'inizio il costo dei sistemi di accumulo appariva proibitivo, adesso la diffusione di questa tecnologia sta abbassando sempre di più i prezzi.
Secondo Anie, nel giro di tre-cinque anni il costo dei sistemi di accumulo sarà ulteriormente ridotto, fino a dimezzarsi. Sarà quindi possibile recuperare l’investimento per questo tipo di impianto fotovoltaico in tempi brevi. Esistono diversi tipi di accumulo: con le batterie incluse nell’inverter e con le batterie esterne modulabili in base al consumo effettivo. La scelta varia a seconda delle esigenze di chi decide di dotarsi dell’impianto fotovoltaico.
Attualmente le batterie di accumulo durano circa cinque volte meno rispetto ai pannelli fotovoltaici, cioè cinque anni contro i 25 dei pannelli. La nuova sfida nel settore è proprio quella di allungare i tempi di durata cercando di ridurre i costi.
Se ci si dota oggi di un impianto fotovoltaico con sistema di accumulo è facilmente ipotizzabile che tra cinque anni, al momento di cambiare le batterie, ci si troverà di fronte a prezzi inferiori e a tecnologie all'avanguardia. 

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